Il Presidente tunisino Saied ha annunciato la sospensione del Parlamento e il licenziamento del Premier Mechichi dopo una giornata di proteste popolari contro il sistema politico. L'annuncio e' giunto poco dopo una riunione di emergenza avvenuta a Cartagine che ha visto presenti, oltre al Presidente, anche i vertici della sicurezza e dell'esercito. I cittadini avevano dimostrato in numerose citta' della Tunisia per protestare contro i fallimenti del governo, il sistema e la malagestione della pandemia. Saied ha dichiarato che la Costituzione non consente lo scioglimento del Parlamento ma permette la sospensione dei suoi lavori, citando l'articolo 80 che consente tale misura in caso di pericolo imminente. Saied ha evidenziato che assumera' il potere esecutivo con l'aiuto di un governo guidato da un nuovo Premier, nominato dallo stesso Presidente, e aggiungendo che sara' revocata l'immunita' ai deputati. Nonostante sia passato un decennio dalla rivoluzione del 2011 che ha rovesciato il dittatore Ben Ali, la Tunisia rimane soggetta all'instabilita' politica che finora ha ostacolato gli sforzi volti a rilanciare servizi pubblici in rovina e a realizzare le riforme richieste dal Fondo Monetario Internazionale. La frammentata classe politica tunisina non e' riuscita a formare governi duraturi ed efficaci portando negli ultimi 6 mesi a uno stallo istituzionale a causa della contrapposizione tra il Presidente Saied e il Premier Mechichi a causa di un rimpasto governativo gia' approvato dal Parlamento ma mai accettato dal Capo dello Stato. Gli scenari politici probabili sono per ora imprevedibili, considerato che il Presidente del Parlamento Ghannouchi, leader del partito islamico Ennadha, ha annunciato che le istituzioni sono ancora al loro posto e che i sostenitori del suo partito e il popolo tunisino difenderanno la rivoluzione.
Franco de Stefani