I primi ad andarsene sarebbero stati proprio coloro che più di altri avevano contribuito al successo di Twitter, gli esponenti del mondo scientifico, ma l’emorragia di utenti di “X”, il nuovo nome voluto da Elon Musk, sembra assumere dimensioni anche più ampie, mettendo in dubbio la stessa sopravvivenza di uno del social network più popolari nel mondo.
Anche un sondaggio pubblicato dalla rivista “Nature”, una delle più autorevoli in campo scientifico, rivela come migliaia di scienziati avrebbero ridotto l'utilizzo del social network o addirittura abbandonato “X”, accusando la nuova gestione di dare spazio a profili falsi, hater e troll, e a tesi antiscientifiche. La metà degli intervistati ha già detto di aver aperto account su Mastodon, Linkedin, Instagram e TikTok.
Non hanno aiutato le nuove iniziative del fondatore di Tesla e SpaceX, come i tagli per le attività di moderazione dei contenuti, la spunta blu a pagamento e il limite massimo al numero di tweet che gli utenti possono leggere ogni giorno, e anche l’errore di programmazione del software che ha causato la perdita di molte immagini pubblicate sul social fino al 2014: la nuova gestione avrebbe allontanato quasi la metà degli utenti, in particolare quelli sensibili ai temi del clima e dell’ambiente.
Negli ultimi mesi però hanno abbandonato la società anche molti dipendenti, ma non di propria volontà: Musk, che ha rilevato Twitter lo scorso ottobre, ha infatti ridotto il numero dei dipendenti da 8 mila a 1.500, un’operazione ritenuta necessaria per tenere sotto controllo i conti del social. Ma anche questo non sembra aver messo in sicurezza la piattaforma: lo stesso Musk in settimana ha nuovamente parlato apertamente di possibile fallimento, economico, ma anche del progetto stesso di diventare una piattaforma in grado di rivoluzionare la storia dei social network. “La triste verità – ha detto - è che non ci sono grandi social network al momento. Noi potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma proveremo fino alla fine".
Alessandro Martegani