È stato il Qatar ad apprendere le intenzioni di Israele, il quale ha informato che sarebbe pronto ad una tregua nei combattimenti a Gaza, in cambio del rilascio di circa 40 ostaggi detenuti da Hamas. Il Washington Post ha parlato di un "graduale ritiro delle truppe israeliane, nel tentativo di rilanciare un accordo per il rilascio degli ostaggi". Secondo quanto riferito, fonti ufficiali israeliane e americane "sarebbero interessate a riprendere le trattative per un accordo con Hamas, attraverso la mediazione del Qatar" e con l'obiettivo di liberare il maggior numero dei 129 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri a Gaza. A tal proposito, il premier del Qatar ha affermato che i colloqui finora sono stati positivi e che i negoziatori hanno discusso di diverse proposte, ma non si prevede un accordo a breve termine. Intanto anche il Consiglio di Sicurezza Onu discute sulla proposta di tregua, voto che è stato rinviato più volte e che proseguirà per consentire i negoziati. L'ultima bozza era stata preparata dagli Emirati Arabi, la quale chiedeva la "sospensione delle ostilità nel territorio palestinese, per consentire la consegna di maggiori aiuti umanitari". Anche il leader politico di Hamas si è mosso, e si trova al Cairo, dove incontrerà dei funzionari locali per discutere "sull'evoluzione dell'aggressione sionista contro la Striscia di Gaza e un nuovo cessate il fuoco". Nel frattempo, l'esercito israeliano ha reso noto che le sue forze hanno continuato a bombardare la Striscia, colpendo più di 300 siti, confermando che le truppe sono ancora impegnate in scontri diretti nell'enclave palestinese, nonostante ci siano movimenti in direzione di una tregua temporanea.
B.Ž.