Mentre l’Europa si prepara ad affrontare l’inverno con risparmi e razionamenti delle fonti energetiche per compensare il taglio di forniture dalla Russia, Mosca punta decisa ad aprire altro mercato per compensare i tagli alle forniture al Vecchio Continente e le sanzioni imposte dall’Unione europea.
La strategia verso est di Mosca è apparsa evidente nel corso dell'Eastern Economic Forum 2022 di Vladivostok, dove sono proseguiti i contatti fra Russia e Cina per aprire un nuovo mercato energetico.
Gazprom e CNPC, la principale società energetica cinese, hanno siglato nuove intese sull’esportazioni di gas, sottolineando come la collaborazione fra i due gruppi sia “di natura strategica” e “stia avanzando in modo coerente".
Fra i progetti c'è la realizzazione del gasdotto Soyuz Vostok verso la Cina, che secondo il ministero degli Esteri russo procede "a buon ritmo". La struttura consentirà d'inviare gas russo in Cina attraverso la Mongolia, dovrebbe essere completata entro il 2028 e potrebbe trasportare fino a 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno verso la Cina.
Gazprom e CNPC stanno anche trattando sui metodi di pagamento che verranno effettuati "nelle valute nazionali dei due Paesi, ovvero il rublo e lo yuan" e non più in dollari.
Il rapporto fra Cina e Russia però si era intensificato già prima della guerra in Ucraina, evento che sembra aver accelerato la creazione di un blocco economico ad oriente.
Già nel 2014 Gazprom e CNPC avevano firmato un accordo trentennale per una fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas all'anno attraverso la pipeline gasdotto "Power of Siberia", mentre nel febbraio 2022, poco prima dell'invasione dell'Ucraina, Pechino e Mosca avevano siglato un accordo a lungo termine sul gas naturale attraverso la rotta dell'Estremo Oriente.
Alessandro Martegani