Tanja Fajon ha ribadito che nella diplomazia non c’è posto per le frustrazioni, evidenziando che tutti dobbiamo continuare a impegnarci a fondo per porre fine al conflitto, rilanciando un processo di pace che porti alla soluzione dei due stati. “La cessazione delle ostilità permetterebbe la ricostruzione di Gaza, sotto la guida di una rinnovata Autorità palestinese, con il forte sostegno delle Nazioni Unite e della comunità internazionale. La fine del conflitto”, ha detto, “aprirebbe la strada ad uno stato palestinese indipendente, ad uno stato di Israele sicuro e affidabile, ad una regione pacificata, garantendo alle popolazioni dei vari paesi una vita senza paure e terrore. Il mio messaggio è chiaro ed è uno solo”, così Fajon, “bisogna garantire un immediato cessate il fuoco a Gaza e nell'intera regione mediorientale. Soltanto con una tregua, che venga rispettata da tutte le parti in conflitto, saremo in grado di proteggere i civili” ha detto nell'intervento al Consiglio di Sicurezza. "E' giunto il momento di dire “basta". Ha rilevato che la maggior parte delle vittime a Gaza sono donne e bambini. Civili sottoposti a continui attacchi, costretti a soffrire la fame, in rifugi sovraffollati, con infrastrutture distrutte, un sistema sanitario al collasso, senza possibilità di accesso ai servizi di base. “Soltanto una tregua permetterà l'afflusso degli aiuti umanitari”, così ancora Fajon, che ha rinnovato la richiesta di organizzare una conferenza internazionale di pace. E' tornata a condannare tutte le forme di terrorismo, a partire dagli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre, lanciando un appello per un immediato e incondizionato rilascio degli ostaggi. “Non possiamo chiudere gli occhi davanti alle violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, di cui siamo stati testimoni negli ultimi mesi”. Ha poi avvertito che la violenza si sta estendendo e ha condannato gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen contro i mercantili in navigazione nel Mar Rosso.
Delio Dessardo