Una mossa tattica. Così alcune delle sigle sindacali interpretano la decisione dei datori di lavoro di uscire dal Consiglio economico-sociale. Il presidente di turno dell'organismo e leader della confederazione sindacale Pergam, Jakob Počivavšek esprime rammarico per il passo degli industriali e ritiene che alcune loro critiche siano affrettate e inappropriate. Dello stesso parere il presidente della confederazione sindacale del pubblico impiego, Branimir Štrukelj. Anche il Ministro del lavoro, la famiglia e gli affari sociali, Luka Mesec, parla di mossa tattica, per bloccare, questo il suo parere, i cambiamenti in tema di assistenza a lungo termine e rapporti di lavoro, il che, così Mesec, è inaccettabile. L'ufficio del premier Robert Golob ribadisce che il dialogo sociale prosegue, aggiungendo che non convincono le giustificazioni del passo deciso dai datori di lavoro. Lo stesso Golob aveva annunciato a inizio luglio l'intenzione di aumentare gli sforzi per migliorare questo dialogo, evidenziando che è stato proprio questo governo a rilanciarlo. Ricordiamo che nel maggio del 2021, durante il governo Janša, avevano abbandonato il consiglio economico-sociale tutte le centrali sindacali; il dialogo sociale era così rimasto congelato fino al luglio 2022. Il Ministero dell'economia esprime rammarico per la decisione dei datori di lavoro, definiti il partner più importante all'intero del Consiglio economico-sociale; da qui l'invito a ripensarci, a tornare allo stesso tavolo cercando assieme le soluzioni ai problemi del paese. Preoccupazione del Ministero delle finanze per l'interruzione del dialogo sociale. Abbandonare il tavolo, anche temporaneamente, non è il passo giusto, c’è ancora tempo e spazio per un confronto approfondito. Diversificate le reazioni del mondo politico. Per i Socialdemocratici, partito di governo, l'interruzione del dialogo sociale rappresenta un passo indietro nell'assicurare il potenziale di sviluppo del paese; Nuova Slovenia, all'opposizione, interpreta il passo dei datori di lavoro come una logica conseguenza dell'approvazione di leggi senza coinvolgere una delle categorie interessate.
Delio Dessardo