Predlogi
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Musicista, cantante, cantuatore, comico ma anche autore e vincitore di diverse edizioni del Festival dell'Istroeveneto Dimela cantando. A chi ci stiamo riferendo? Lui è il triestino Massimiliano Maxino Cernecca, un artista che è un'esplosione di allegria e simpatia.
La tradizione musicale popolare istriana è ricca e variegata, trasmessa attraverso i secoli non solo tra cantori e musicisti ma anche tra coloro che realizzavano con il paziente lavoro delle mani gli strumenti da suonare. Questa preziosa sapienza rischia oggi di scomparire: chi sa trasformare una tavola di abete nel famoso bassetto istriano? O produrre le sue corde dalle budella di pecora? Nell'umaghese da qualche anno, per fortuna, si sta prodigando Sergio Demark che da autodidatta con tenacia e passione porta avanti questa raffinata arte.
L'Arca dei Saperi ci ricorda come i confini e la loro difesa hanno sempre caratterizzato queste terre fin dai tempi dell'impero romano. E proprio a quei tempi remoti, precisamente al terzo secolo dopo Cristo, risale la struttura dei Claustra alpium iuliarium, protagonista di un interessante progetto interreg Slovenia Croazia dedicato all'archeologia
L'Arca dei Saperi ci porta a Dignano per fare un viaggio tra passato e presente. Oltre alla ricchezza del territorio in questa puntata vi raccontiamo la storia del lavoro in Istria tra operosi ingegni e l'aiuto del più fido compagno di fatica: el samer, l'asino, a cui proprio nella cittadina di San Biagio è dedicata una corsa che ha antiche tradizioni.
I bambini delle classi inferiori della Scuola elementare italiana "Pier Paolo Vergerio il Vecchio" di Capodistria con l'aiuto della loro insegnante e dei loro famigliari, hanno fatto un viaggio a ritroso nel tempo cercando e raccogliendo da soffitte e cantine strumenti di vario genere, che fino a mezzo secolo fa erano d'uso comune nelle faccende domestiche, nel lavoro nei campi o nei laboratori degli artigiani.
Quattro anni fa, nell'ambito della Comunità degli Italiani "Santorio Santorio" di Capodistria è nato il gruppo musicale "X Brothers". Si tratta effettivamente di tre fratelli: Andrea, Carlo e Matteo che hanno la passione per il canto. Recentemente hanno partecipato al talent show "X Factor".
Ad ottobre in tutto il mondo si è tenuta la Settimana della Lingua Italiana, il cui tema è stato "L'italiano sul palcoscenico". La manifestazione, promossa dal Ministero degli Affari Esteri di Roma, organizzata dalle Ambasciate, Consolati ed Istituti di Cultura italiani, è un'iniziativa durante la quale per un'intera settimana si svolgono migliaia di eventi tesi alla promozione e alla valorizzazione della lingua e cultura italiana. Il Consolato Generale d'Italia a Capodistria ha portato al teatro cittadino l'attore Gianfranco Jannuzzo
Vi raccontiamo due momenti attraverso i quali passa la storia dell'Istria all'interno della cornice del fiume Risano e della sua valle.
Piemonte è un paese semiabbandonato che si trova nel comune di Grisignana. Un tempo contava un migliaio di abitanti, ma si è svuotato dopo la Seconda Guerra mondiale con l'esodo della popolazione italiana. Questa storia viene ora raccontata nel libro "No se podeva star" curato da Franco Biloslavo, segretario della Comunità di Piemonte d'Istria con sede a Trieste. Al volume è stato allegato un dvd dello spettacolo "Tornar" che l'artista romano, Simone Cristicchi, ha portato in scena qualche anno fa proprio a Piemonte.
La capodistriana Alenka Kranjac è conosciuta per essere la voce femminile del gruppo Vruja che promuove la diffusione del patrimonio musicale istriano. Ma forse non tutti sanno che la Kranjac ha pubblicato anche un romanzo in cui protagonista è una fata, o come lei la chiama in istriano, una "štriga".
L'Arca dei saperi ci porta ad Avasinis, sulla destra Tagliamento nei pressi di Gemona, dove da oltre vent'anni si organizza una festa dedicata ai lamponi e ai mirtilli che costituivano un lavoro tutto femminile che supportava la difficile e delicata economia di montagna.
La settima edizione del Festival dell'Istrioto ha richiamato a Sissano un gran numero di persone che tra laboratori linguistici, mostre, esibizione di gruppi folcloristici, filodrammatiche, cori, riscoperta delle vecchie tradizioni hanno cercato di capire come tutelare, savaguardare e promuovere questo dialetto. Per la prima volta erano presenti anche gli esuli provenienti da tutta Italia, ma non solo.
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