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Qualche giorno fa, più precisamente l'11 marzo, c'è stato il centenario dalla nascita di un uomo che si è occupato di diversità tutta la sua vita: si tratta di Franco Basaglia, un uomo che lottò affinché fosse restituita dignità anche a coloro che erano malati. Con l'Arca dei Saperi abbiamo incontrato uno dei più importanti psicanalisti triestini di oggi, per ricordare questo anniversario, ma per parlare più in generale di che cosa sia l'educazione e che cosa voglia dire vivere "al confine".
La poesia e' una forma d'arte, ispirata nella mitologia dalle Muse figlie di Zeus e Mnemosine, la memoria. E, con l'augurio che questa preziosa arte faccia parte della vostra vita ogni giorno, in occasione della giornata mondiale della poesia proclamata il 21 marzo, primo giorno di primavera, Ondina Matijašič Pucer ha incontrato il poeta e musicista Davor Hačić
Alle Scuderie del castello di Miramare è possibile visitare fino al 16 giugno la mostra »Kosmos. Il veliero della conoscenza«, un omaggio alla figura di Massimiliano d'Asburgo e al suo amore per il mare, i viaggi e le navi. Grazie ai prestiti di importanti musei viennesi e alla collaborazione con molte istituzioni, l'esposizione racconta le esperienze di viaggiatori e scienziati, di saperi e tradizioni, rivelando in modo spettacolare la conoscenza custodita nelle biblioteche, nelle collezioni e negli archivi e tradotta fino ai giorni nostri da menti brillanti e lungimiranti.
"L'arca dei saperi" oggi, grazie al prezioso aiuto dell'Associazione Limes- Archeologia per il territorio, ci porta a scoprire uno dei tanti luoghi interessanti della nostra zona, ricco di bellezza e panorami mozzafiato. Ci spostiamo nella valle del Vipacco/Vipava, attraverso la quale sin dai tempi dei romani esisteva un'importante via di comunicazione che collegava l'Occidente e l'Oriente: qui sorge l'antico sito di San Paolo a Ortaona, oggi Vrtovin, che, oltre a conservare la più grande costruzione romana di tutta la Slovenia (la Turris Aquae) racconta moltissime storie che si perdono nelle leggende popolari e nel sapore dei millenni.
Una mostra a Trieste che, per la straordinaria ricchezza di immagini, ci riporta dietro l'obiettivo della macchina fotografica e della cinepresa di Francesco Penco, autore che ci offre uno sguardo sull'Istria della prima metà del Novecento. Un grande quantità di materiale che è stata recuperata dal fotografo Claudio Erné che, come curatore, ha composto tra stampe da lastre, pellicole e immagini tratte da filmati 35 mm l'esposizione "Istria, ripresa e fotografata da Penco" e visitabile fino alla fine del mese all'IRCI, L'Istituto Regionale per la Cultura Istriana, Fiumana e Dalmata di via Torino.
Ondina Matijašič Pucer ci porta al Civico Museo di Antichità " Winckelmann" di Trieste, dove fino ai primi di aprile e' visitabile la mostra "Histri in Istria", per conoscere l'antico popolo di origine indoeuropea che ha abitato la penisola istriana durante l'età del Bronzo, e che finora ha registrato oltre 10mila visitatori. Si tratta di una collaborazione transfrontaliera ad ampio spettro, realizzata dalla Comunità Croata di Trieste insieme al Museo Archeologico dell'Istria di Pola, in coorganizzazione con il Comune di Trieste e curata dalla professoressa Blečić Kavur dell'Università del Litorale di Capodistria. La colonna sonora del servizio è molto particolare: si tratta di ''Musica immaginaria degli Istri'' un disco composto ed edito nel 2023 dal musicista ed etnomusicologo istriano Dario Marušić.
"Che cos'è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civilta', ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre." Così scriveva il grande storico Fernando Braudel nel 1985, autore di uno dei testi capitali per la comprensione di quest'area che non è solo geografica. E questa citazione apre anche la mostra "Mediterranea - visioni di un mare antico e complesso", un'esclusiva del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale che nel suo lungo pellegrinare sulle sponde di questo mare ha fatto tappa anche in Croazia. A fine febbraio, dopo Zagabria, e' arrivata alla casa della cultuta croata a Susak. Il percorso racconta la storia dell'area del Mediterraneo, un dialogo tra antiche mappe e immagini fornite dalla Agenzie spaziali italiana ed europea, ma non solo. Ce la racconta Alessandra Argenti Tremul
E questa settimana con l'Arca dei Saperi siamo andati nei dintorni di Gorizia, o meglio Nova Gorica, unite nella capitale della Cultura 2025 dal tema "Go Borderless". Niente di più azzeccato anche per la storia che racconteremo oggi, quella delle Aleksandrinke, le donne che tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento lasciavano le proprie case per andare a servizio in Egitto. E per ricordare questa vicenda, spesso ancora sconosciuta, siamo andati a Prvačina, PrevacIna, dove recentemente è stata riaperta, dopo il Restauro, la Casa delle Aleksandrinke, un piccolo museo Museo dedicato alle vite di queste straordinarie donne.
A Rovigno Ondina Matijašič Pucer ha incontrato colei che ha educato al canto generazioni di ragazzi. Biba Benussi, una donna coraggiosa, una voce intramontabile che torna a cantare sul palco della città di Sant'Eufemia.
Per illustrare i vari ruoli della figura femminile in un passato non tanto lontano, precisamente tra la fine del 1800 e la prima meta del secolo successivo, il Museo regionale di Capodistria ha avviato un progetto intitolato "Donne invisibili". Nella prima esposizione, che ha visto la collaborazione, tra l'altro, del Museo del Mare di Pirano e del Museo etnologico dell'Istria di Pisino sono presentate le istriane, venditrici ambulanti e savrine. Accanto a preziose foto d'epoca, la mostra ha esposto oggetti e abiti originali appartenuti a queste donne, apparentemente invisibili, ma fondamentali.
Una grotta poco lontana dalle mitiche bocche del Timavo a San Giovanni in Tuba, presso Duino, il Mitreo, Un luogo di culto precristiano che si lega a una religione che viene da lontato che professa la rinascita e un luogo che sorge alle pendici del monte Ermada. In quest'area di confine ve ne erano tanti (vicino ad Aquileia, Tergeste, Elleri, Vabriga, Pola) ma quello di Duino è l'unico naturale conosciuto.
Le grotte di San Canziano, per la loro preziosa formazione geologica, le particolarita' morfologiche, come pure il loro inserimento nell'ambiente naturale carsico, sono protette dall'UNESCO dal 1986. Per raggiungerle ed entrare nelle viscere della terra, bisogna fare un piccolo tratto a piedi immersi nel bosco dalle sembianze mediterranee.
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